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CASINA DEL PRINCIPE
Il restauro della Casina del Principe, realizzato utilizzando la tecnica sperimentale nota con il nome di “Codice di Pratica”, ha restituito ad Avellino un pezzo della sua storia.
Per la prima volta, nel restauro di un edificio d’epoca, si è attuato un codice di comportamento tecnico mirato alla salvaguardia ed alla conservazione dell'edilizia nel centro storico
Questa impostazione consente di valutare, volta per volta, i possibili effetti dell'atto tecnico in relazione:
  • alla possibilità del controllo e della verifica dell'azione tecnica
  • alla presenza di eventuali effetti collaterali, alla conservazione del contenuto informativo dell'opera
  • alla potenziale reversibilità, compatibilità ed omogeneità con il supporto
  • alla durata degli effetti
  • alla possibilità di manutenzione
  • ai tempi, costi e facilità di posa in opera.
Il risultato dell’attuazione di tale metodologia di restauro è il perfetto equilibrio tra la conservazione architettonica degli elementi pre esistenti e l’inserimento del manufatto restaurato nel’attuale contesto urbano di una zona della città che, a seguito del sisma del 1980, ha subito notevoli modificazioni.
A distanza di quattro secoli, si è cercato di restituire, attualizzandola, quella che era l’antica funzione della struttura, utilizzata, nel ‘600, dai Principi Caracciolo, come punto di sosta e ristoro durante le battute di caccia nel verde del’Irpinia.
La Casina del Principe si appresta a diventare luogo di accoglienza per gli artisti che si esibiscono nel vicino teatro comunale “Carlo Gesualdo” e luogo d’arte in cui ospitare mostre, convegni e incontri culturali.
Proprio quest’ultima funziona sembra essere la più adeguata a valorizzare gli ambienti, interni ed esterni, della Casina del Principe, come testimonia l’alto gradimento registrato, da parte di chi ha avuto modo di visitare le sale della Casina del Principe in occasione delle grandi mostre organizzate, negli ultimi due anni, dal Comune di Avellino.